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Tempi di autogestione e occupazione: quando la scuola contava

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scuole occupate spoleto
scuole occupate spoleto
di Michael Surace
Mi rivolgo alla mia generazione annata 1981-89, ormai di genitori: ma cosa sarebbe successo se negli anni ’90 nella nostra scuola non avessimo ancora ottenuto in questo periodo banchi, insegnanti, supplenti, classi divise in due o tre aule, garanzie di sicurezza igienico-sanitaria…ai nostri tempi, nel mio istituto di Ragioneria, ma come in tanti altri, per un minimo torto della burocrazia contro un diritto dello studente (se la palestra era inagibile, se l’assemblea d’istituto era negata, se i termosifoni non funzionavano, se la gita era compromessa, se mancavano insegnanti ecc.) cominciavamo prima con una bella autogestione, e poi se non si risolvevano i problemi con l’occupazione. Ci assumevamo dei rischi, ma perché sapevamo che eravamo dalla parte giusta della storia.
A volte esageravamo è vero, autogestivamo anche per la mancanza delle merende al bar…..però i nostri figli di oggi che non hanno neanche uno scatto d’orgoglio nel protestare/manifestare per la mancanza di banchi, classi, scuole, insegnanti… è normale?
A questo punto mi chiedo se la colpa non sia di noi genitori, non abbiamo passato quel “DNA” che vedeva nel diritto allo studio una necessità dello studente e della società intera, che vedeva nella Scuola un luogo sacro che mai e poi mai poteva permettersi di fermarsi o di frenare il normale andamento scolastico.
Di fatti, si vedono in giro tanti genitori arrabbiati, che si sfogano sui social come leoni da tastiera ma che non fanno assolutamente nulla per cambiare le cose. Sono giunto quindi alla conclusione che siamo noi genitori che abbiamo dato un pessimo esempio ai nostri figli su come si difendono i diritti degli studenti: se non ci muoviamo per primi noi a dare l’esempio, perché loro dovrebbero “rischiare” ?
Poi ci sono piccoli-grandi esempi di chi ancora oggi combatte: consentitemi solo di ringraziare un piccolo gruppo di genitori che, nella mia città di Spoleto, sta tentanto comunque di portare avanti in seno alla Commissione comunale e nei confronti di tutti gli attori coinvolti, le giuste preoccupazioni, proteste e proposte di soluzione per far vivere in sicurezza e nella maniera più “normale” possibile i nostri ragazzi a scuola: il Comitato Genitori Scuole sicure di Spoleto, che ho avuto modo di conoscere in questi ultimi mesi e a cui ho aderito con entusiasmo, e che rappresenta l’ultimo stuolo di “studenti” (consentitemi il termine, anche se tutti genitori) degli anni ’80/’90 che ancora oggi crede che il diritto allo studio e alla sicurezza degli studenti siano dei valori che non possiamo perdere e che vanno difesi fino all’ultimo in ogni consesso.