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BREXIT, LA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE DEI POPULISTI di Angelo Musco

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BREXIT: ciò che la propaganda di Nigel Farage ha nascosto.

Farage con una martellante propaganda ha demolito l’Unione Europea denunciando prevaricazioni e  inadempienze; ha in effetti sollecitato lo smisurato orgoglio degli inglesi mettendo loro in mano un’arma di distruzione, il referendum, senza prevedere e tantomeno fare presente cosa sarebbe successo subito dopo la Brexit.

Occorre ricordare che dopo 30 anni di guerra civile fra cattolici ed ortodossi Irlandesi con oltre 3.200 morti, il venerdì Santo del 1998 fu firmato uno storico accordo che regolava i rapporti fra l’Irlanda del Nord (Ulster) e il Governo Britannico, fra cattolici e protestanti e soprattutto fra Repubblica d’Irlanda (EIRE) e Irlanda del Nord (Ulster); insomma un accordo molto complesso che coinvolgeva litigiose fazioni religiose, regioni diverse della Gran Bretagna e 2 Stati sovrani.

Per quanto ci riguarda l’Accordo del Venerdì Santo prevedeva la creazione di alcuni organi, tra cui il Consiglio Ministeriale Nord/Sud, cioè un Consiglio britannico – irlandese, che coinvolgeva tutte le regioni della Gran Bretagna e della Repubblica Irlandese.

In base a tale accordo, inoltre, il governo irlandese ha rinunciato a rivendicazioni territoriali nell’Ulster mentre, da parte sua, il governo britannico si è impegnato ad emanare la legislazione necessaria per garantire la cooperazione tra l’EIRE ed il Regno Unito.

Ora con la Brexit l’EIRE, come stato membro dell’Unione, garantisce la libera circolazione delle merci e dei cittadini europei e ciò riapre il problema del confine con l’Irlanda del Nord che costituisce una porta d’ingresso per la Gran Bretagna: con il confine aperto la Brexit è solo apparente e – chiaramente – ciò non sta bene né agli inglesi ne alla UE. Ma con la chiusura della frontiera si rimette in discussione il faticoso accordo del Venerdì Santo con il rischio di riaccendere la lotta civile faticosamente sedata.

Non intendo in questa sede affrontare altri gravissimi temi collegati alla Brexit come la necessità di riorganizzazione frontiere e i uffici doganali, rinnovare accordi commerciali ex UE che decadono automaticamente, aggiornare le certificazioni di merci, medicinali che privati dell’ombrello UE dovranno ripartire da zero e vado alla conclusione ad uso dei sovranisti nostrani.

Farage e compagni ignoravano tali conseguenze? sicuramente no. L’importante era sollecitare la pancia degli elettori e mettere in evidenza la necessità di riappropriarsi della propria sovranità; esaminare il dopo avrebbe costretto gli elettori a ragionare, cosa ritenuta molto pericolosa per i partiti sovranisti che si alimentano e crescono a forza di slogan spesso vuoti e sempre falsi.

Chi si entusiasma ai proclami propagandistici di Salvini, Di Maio e compagni è avvertito: demolire è facile, poi occorre cervello, competenza, progetto di futuro e determinazione per ricostruire e smaltire le macerie. Oggi non vedo alcun progetto salvo quello di distribuire denaro preso a prestito per soddisfare basi elettorali diversissime.

Speriamo di non dover far parte delle macerie!

Angelo Musco