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Sul Festival “delle critiche” di San Remo

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Non mi sento di giudicare questo San Remo dal punto di vista “morale”, di cosa è giusto e di cosa è sbagliato, dell’uso politico o a favore di questo o quello orientamento sessuale o causa politica o crisi internazionale. Il motivo è semplice: 1) chi sono io per poter giudicare? lo dice il Papa sui gay quindi non capisco perché io debba essere meno misericordioso del Papa stesso per poter giudicare. Se a chi non piace troppo questo Papa “buonista” questa frase non sta bene, magari citando Tolkien ci capiamo meglio: “Molti di quelli che vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu sei in grado di valutare Frodo? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti..”.

2) gli artisti da sempre sono estroversi e un pò “pazzi”, per cui per me viva la libertà degli artisti di dire, fare, rappresentare con voce o vestiti (o non vestiti) il loro modo di essere. L’essenza dell’artista è la libertà.

3) San Remo è SEMPRE stata così, controversa, avanguardista, piena di polemiche. Ed è su questo punto che vogliono concentrare la vostra attenzione.

Vogliamo partire dall’uso politico dei cantanti per esprimere il loro pensiero attraverso l’esibizione?

Partiamo dal 1952, Nilla Pizzi (signori, la GRANDE Nilla Pizzi) fu criticata per l’uso politico della sua canzone “Vola colomba vola” perché voleva ricordare la difficile situazione di Trieste come zona divisa tra slavi e alleati, che provocò lo sgomento dei triestini con diversi cortei di protesta. Non contenta la stessa Nilla Pizza l’anno dopo sempre a San Remo portò la canzone “Papaveri e Papere” che rappresentava in realtà una critica alla classe politica di allora (i papaveri alti erano i politici che soggiogavano il popolo, ovvero i papaveri piccolini.. ).

Celentano fece scandalo negli anni ’60 perché mostrò la schiena nuda (cosa inaudita per l’epoca) così come Gino Paoli fu criticato per essere stato il primo cantante senza smoking e con la cravatta slacciata.. pensate un pò come cambiano i costumi.

Nel ’63 ci furono polemiche addirittura per brogli sui voti con la vittoria di  Gigliola Cinquetti con non ho l’età, il primo ad accusare fu Modugno.

Addirittura su San Remo si abbatté anche la cronaca nera con l’improvvisa di Luigi Tenco, che poche ore prima si era detto sicuro di vincere San Remo; fu ritrovato morto con un colpo di pistola che poi il magistrato archiviò come “suicidio”, inspiegabilmente senza aver fatto eseguire alcuna autopsia o analisi del bossolo e dell’arma del delitto. Qui forse ci sarebbe da scandalizzarsi più che sulla Ferragni, Fedez o artisti mezzi nudi.

A fine anni ’60 molti cantanti approfittarono del palcoscenico per mostrare le loro vicinanza alle manifestazioni sessantottine; nel ’75 ricordo il boicottaggio delle grandi case discografiche contro San Remo che non mandarono i  loro “big”..forse per ragioni economiche (anche qui ci sarebbe da scandalizzarsi più che dell’ultimo San Remo).

Nel 1978 inizia la polemica che oggi, 2023 si ripete  nei più: i cantanti come simbolo di un’età decadente di valori: Anna Oxa debutta a San Remo con un look punk e viene aspramente criticata dai benpensanti, i giornali titolavano appunto “simbolo di una età decadente”.

E parliamo di Anna Oxa..

E che dire della censura l’anno dopo a Franco Fanigliulo che nella sua canzione faceva esplicito riferimento alla cocaina.

Pochi anni (1982) le critiche si riversarono su niente di meno che Vasco Rossi..signori Vasco Rossi.. accusato di essere maleducato e poco rispettoso del Festival per aver semplicemente messo il microfono in tasca al termine della sua canzone (Vado al Massimo) per poi riconsegnarlo al concorrente successivo (il filo era corto e il microfono cadde a terra).. SCANDALO!  (ma ci rendiamo conto)

Peccato che lo “scandaloso” Vasco Rossi, l’anno dopo sempre a San Remo, rivelò al mondo intero che i cantanti del Festival stavano cantando in playback… e lui si ritirò per questo motivo dal Festival poco prima della sua esibizione.

Nel 1986 Loredana Berté, signori anche la grande Loredana Berté fu vittima di critiche moraliste aspre perché simulò, durante la sua canzone “Re”,  una gravidanza con un cuscino durante la sua canzone.

Anni ’90 ancora con polemiche. Nel ’92 fecero scalpore le  dichiarazioni di Pupo che, dopo  essere stato eliminato con la sua La mia preghiera, affermò di aver ‘comprato il 4° posto al  Festival di Sanremo 1984 tramite l’acquisto di schedine del Totip per un totale di 75 milioni di lire. Su queste cose c’è da scandalizzarsi.

Nel 1993 Nek fu letteralmente inondato di polemiche per la canzone “E’ in Te”, una canzone dichiaratamente anti-abortista. Gli anni Novanta furono insomma anni in cui il Festival ebbe un successo relativo, tanto che nel ’98  il Financial Times lo stroncò definendolo ‘una sagra del kitsch’ pieno di canzoni “.terribilmente sentimentalistiche”.

Vogliamo parlare dei recenti scandali del 2000? Quando vinsero Avion Travel proprio nel 2000, la loro vittoria avvenne grazie al voto  volutamente falsato della giuria di “qualità”, che agli altri concorrenti diede un voto tra 1 e 2,  dando il massimo solo al gruppo campano. Il motivo? I giudici affermarono di aver voluto far vincere un brano di qualità,  ma si vociferò di accordi discografici per creare rumore intorno al Festival.

Che dire della polemica squisitamente politica e internazionale sulla opportunità o meno di fare San Remo alla vigilia dello scoppio della seconda Guerra del Golfo o di una periodo di preghiera e di digiuno decisa dal Papa? Anche allora la polemica fu tra fare San Remo comunque (è un programma di canto, non politico no?) e chi riteneva opportuno rinviare e partecipare al periodo di “silenzio e preghiera” del Papa. Chi secondo voi aveva ragione?

Addirittura San Remo fu “boicottata” per aver fatto partecipare nel 2003 una dodicenne sul palco, chi si ricorda Alina?: l’incubo delle case discografiche che per paura di vedersi sorpassare i propri big da una ragazzina boicottarono letteralmente il Festival:  quell’anno e nel 2004 le case  discografiche bissarono il boicottaggio, e sul palco si alternarono artisti prevalentemente sconosciuti se vi ricordate.

Parliamo sempre di come la politica non dovrebbe essere “cantata” a San Remo, ma cosa diciamo invece della politica quando invece entra prepotentemente su San Remo e cerca di influenzarne il voto per motivi di colore politico? Vogliamo parlare dell’endorsement di Salvini verso Ultimo in finale contro Mahmood (figlio di immigrati..gay..)? O dei deputati Pecoraro Scanio e Federico Ferri ospiti del dopo Festival ? o delle polemiche della partecipazione di Gorbaciov ?

Potrei continuare con le polemiche socio-politiche nate dalla partecipazione al Festival di Emanuele Filiberto, di Povia, di Morgan, di Madame o Achille Lauro…ma è storia talmente recente che immagino la ricordiate benissimo.

Questo San Remo, dal punto di vista degli ascolti è andato meglio degli scorsi anni macinando record su record: dal punto di vista mediatico e di social media (qui si mi sento di poter giudicare finalmente perché è il mio campo lavorativo) è stato il migliore in assoluto con crescite esponenziali di connessioni, interazioni e nuovi follower che in Italia non si sono mai registrati ne per altri eventi simili ne per altri personaggi pubblici o grandi marchi industriali: e qui la scelta su Chiara Ferragni è stata azzeccatissima.

Per cui concludo ribadendo: chi siamo noi per giudicare chi, nella storia, aveva ragione o meno? Il Festival è pieno di polemiche dagli anni ’50, a volte queste polemiche sono rimaste fine a se stesse, a volte gli artisti invece hanno solo anticipato i tempi che stiamo vivendo oggi. Ma soprattutto, chi siamo noi per giudicare degli artisti che, dalla notte dei tempi, emanano creatività grazie al loro senso di libertà che a volte ha anticipato semplicemente i tempi mentre nel “loro tempo” facevano scandalo. Come dice qualcuno, a volte se non ti piace una cosa in Tv, basta semplicemente cambiare canale… ma per favore, lasciamo gli artisti liberi di esprimersi, i tribunali della morale lasciamoli in Iran o ai mullah afghani.

Michael Surace