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CITTADINI E STUDENTI A SPOLETO RIPULISCONO LA CITTÀ DAI RIFIUTI di MORENO ORAZI

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Da un sondaggio svolto da non ricordo quale organismo istituzionale apprendo che noi italiani saremmo tra i cittadini con il più alto senso civico se assumiamo come indicatore di questa virtù civica l’abbandono di rifiuti minuti sul marciapiede. Solo un 15/20% infatti non si curerebbe affatto di riporre il fazzolettino di carta, o la pellicola di cellophane della merendine, o gli scontrini della spesa, o le bottiglie di birra o di plastica, o le tazzette di plastica del thè in brik con le rispettive cannucce o le cicche delle sigarette nei contenitori dei rifiuti e nei propri raccoglitori domestici.
Il sondaggio si limitava a quantificare gli “zozzoni” che lordano le vie pubbliche con gli scarti dei loro consumi di cibarie, di bevande o di fazzolettini di carta di cui si disfano abbandonandoli sul marciapiede o sui bordi strada.
Anche se si tratta di una minoranza esigua, a guardare lo stato delle vie pubbliche di molte città, l’agire di quest’ultimi lascia il suo segno tangibile divenendo una vera e propria piaga sociale che degrada la immagine e dell’ambiente urbano e di quello naturale trasformando il Bel Paese nel suo contrario. Se dobbiamo valutare esteticamente la qualità del paesaggio urbano delle parti nuove a partire dalla scarsissima manutenzione degli spazi pubblici non possiamo non constatare che l’Italia di oggi è la brutta copia di quella di ieri.
Da questo punto di vista sarebbe difficile smentire chi affermasse che noi italiani di oggi siamo venuti meno al nostro dovere di conservare e amplificare la grande eredità del passato, quando trascuriamo la cura e la qualità degli spazi pubblici, delle strade, dei marciapiedi e lasciamo liberi di agire e non contrastiamo efficacemente quel 20% di irresponsabili che deturpano i luoghi della vita e della mobilità comuni.
E’ quello dell’incuria e dell’abbandono dei rifiuti un fenomeno deteriore che a Spoleto, città che vanta una nomea internazionale e che ha nel turismo la sua risorsa fondamentale, sta assumendo,
sotto lo sguardo forse assuefatto e passivo della maggioranza silenziosa dei suoi abitanti, una evidenza sconcertante.
In una top ten delle strade più sporche, suddivisa in strade pedonali e strade di accesso e di collegamento interno che mi riprometto di compilare metterei ai primi posti, rispettivamente, la Via Cerquiglia, il tratto urbano della Strada Statale che collega il Centro Urbano con S. Giovanni di Baiano o la bretella di San Tommaso o lo spazio residuale all’inizio di Via Valadier frontistante il vecchio lavatoio prossimo al Portico di Loreto.
Ho appreso dalla pagine del giornale “La Nazione” del 22 marzo c.m. che esiste l’AURI, acronimo che sta per Autorità Umbra Rifiuti e Idrico ed un Presidente nella persona del Dott.
Cristian Betti. Tra le sue funzioni vi è quella di combattere il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.
Una iniziativa recente è consistita nell’installare telecamere in luoghi dove maggiormente si formano i cumuli di rifiuti abbandonati lungo le strade. Un esempio per tutti una delle discariche lungo la strada la SS 79 sul confine tra la provincia di Terni e quella di Rieti nelle vicinanze del Lago di Piediluco.
Spoleto, che spesso è il fanalino di coda nella destinazione e dotazione dei finanziamenti e servizi a livello regionale, in questo caso ha ricevuto sei dispositivi, due in più delle altre realtà territoriali, un elemento che non depone certo a suo favore indicandola, a torto o a ragione, come una città ed un territorio tra i più sporchi e meno civili. In realtà L’estensione del fenomeno è così diffuso e generalizzato, come rilevava sulle pagine di questo giornale un interessante articolo il cui autore scrive sotto pseudonimo, tale Eupalino, che la rete dei luoghi da monitorare sarebbe così diffusa da vanificare l’efficacia della misura di prevenzione qui a Spoleto come altrove.
Ben più efficaci provvedimenti andrebbero presi per contrastare il fenomeno.
Almeno tre me ne vengono in mente: in ambito urbano
suddividere la città in settori urbani e costituire delle squadre di operatori ecologici che, a turno, periodicamente rimuovono i rifiuti minuti abbandonati lungo i marciapiedi.
In ambito extraurbano una iniziativa congiunta dell’ AURI, degli
Enti gestori delle reti stradali preposti alla manutenzione delle strade ( ANAS, Provincie, Comuni) e degli Enti gestori dei servizi di smaltimento dei rifiuti per denunciare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti lungo le strade pubbliche, sui marciapiedi, sui bordi delle vie di comunicazione extraurbane attraverso una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica ed infine, la costituzione di un tavolo tecnico congiunto
per organizzare la rimozione dei rifiuti abbandonati lungo le ripe ed i fossi ai bordi delle arterie principali contestualmente ai lavori primaverili di sfalcio dell’erba alta e di rimozione della vegetazione, trasformando gli stessi in una opera di bonifica e di
riqualificazione ambientale. Attualmente i rifiuti non vengono rimossi e, non più occultati in mezzo alla vegetazione, rimangono in bella vista sotto lo sguardo di tutti. Così facendo le città ed i
territorio non danno certo di sé una buona immagine!
Nei giorni scorsi si sono verificati tre fatti a Spoleto che dimostrano che qualcosa sta cambiando nella percezione del fenomeno da parte dei cittadini e nella consapevolezza degli stessi, che bisogna reagire alla insensibilità della minoranza sporcacciona ed alla rassegnazione e alla passività delle Istituzioni preposte e delle società dei servizi: la pulitura spontanea del tratto dell’alveo del Fiume Tessino e del terreno circostante la cosiddetta Sedia del Papa presso il Giro della Rocca infestate di bottiglie e di rifiuti di ogni genere e la rimozione delle macerie e dei rifiuti accumulatisi nelle strutture del vecchio lavatoio in rovina a Via delle Felici, in pieno Centro Storico nell’ambito dei progetti scuola-lavoro operata dagli studenti della classe della classe 3D del Liceo Scientifico di Spoleto. 
Entrambi i due gruppi all’insegna del motto “Armiamoci e partiamo “si sono muniti di guanti, sacchi, pale e di quanto necessario per realizzare l’obbiettivo propostosi. Si tratta di azioni per ora isolate, ma che tuttavia mostrano una volontà di reazione che prefigurarono una promettente inversione di tendenza e che dovrebbero spingere Istituzioni ed Enti a fare la loro decisiva parte. Un ultima annotazione: tra i componenti della
Task Force che hanno ripulito l’alveo del Tessino e la Sedia del
Papa vi erano due autorevoli membri della redazione di questo giornale che gentilmente ospita le mie riflessioni.