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A CARACALLA LO STARGATE DI CLAUDIO BAGLIONI

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DODICI NOTE TUTTI SU

Claudio Baglioni apre la stagione 2022 del Teatro dell’Opera di Roma.

123 artisti tra musicisti, ballerini, contorsionisti e performers sono passati attraverso lo Stargate apparso a Caracalla per il viaggio spazio-temporale di Claudio Baglioni. Stavolta il concerto, quello vero, quello rimandato per due anni a causa della pandemia, è partito sull’astronave del cantautore romano da uno dei posti più affascinanti di Roma e del mondo. Con una regia come sempre maniacalmente accurata e impeccabile che mette insieme musica, teatro, performance circensi, danza, costumi, video mapping ed effetti multimediali.

Chi cede unicamente alla narrazione semplicistica del Baglioni, cantante melodico, da solo su un palco con un unico strumento, pianoforte o chitarra che sia, non ha visto mai i suoi concerti in questi 50 anni di carriera, che sono spettacoli di arte a 360 gradi. Baglioni è esattamente quello che si racconta nel brano “Acqua dalla luna” uscito nel 1990.

“Volevo essere un grande mago…

Dodici note – tutti su” è l’ennesima conferma di chi tenta caparbiamente di stupire e far sognare, dell’architetto (perché Baglioni è anche questo) che con precisione geometrica disegna sogni da saltimbanco. E oggi, a 71 anni suonati, lo fa con la band, capitanata dallo storico compagno di viaggio Paolo Gianolio, i vocalist, l’Orchestra del Cinema, il Coro Giuseppe Verdi e tanti performers straordinari per uno spettacolo, in dodici repliche, che definire concerto è decisamente riduttivo.

A conferma di ciò la lunga lista di artisti, giornalisti, personaggi dello spettacolo e della politica presenti alle 12 repliche.

ACQUA DALLA LUNA

Volevo diventare un pifferaio
Stregare il mondo ed ogni sua creatura
Crescere spighe di grano a gennaio
Sfidar la morte senza aver paura

Mettere la testa in bocche di leoni
Un domatore vinto, un cantastorie muto
Far apparire colombi e visioni
L’uomo invisibile e l’uomo forzutoLanciar coltelli e sguardi come gelo
Saper andare in punta delle dita
Uno che si getta a vuoto nel telo
Del lungo inverno della vita

E portare sopra un carro
Elemosine di cielo
Tra silenzi d’ospedale
E strappi di catarroIo restavo zitto a fianco
Quando mamma stava male
E sembrava Pulcinella
Dentro il pigiama biancoAccorrete pubblico
Gente grandi e piccoli
Al suo numero magico
Vedrete CucaioIn mille e più incantesimi
Piano, non spingetevi
Costa pochi centesimiSe sapessi un dì
Innamorarmi di quelli che
Non ama nessunoSe potessi portarli lì
Dove il vento dorme
Se crescesse acqua dalla luna