Home Cultura I CIECHI, METAFORA DI UN POPOLO CHE CERCA IL SUO LEADER

I CIECHI, METAFORA DI UN POPOLO CHE CERCA IL SUO LEADER

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06/07/2019 62 Festival dei 2 Mondi di Spoleto. Teatrino delle 6 Luca Ronconi, accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, nella foto gli studenti del terzo anno in I Ciechi

Un gruppo di uomini e donne in viaggio si risveglia in un luogo non meglio precisato. Sono ciechi. Non hanno consapevolezza di dove si trovano né di ciò che è intorno a loro. Non sanno neanche se è giorno o notte.

La scena è vuota e buia, perché vuota e buia è la loro percezione dello spazio e del tempo.

All’improvviso si rendono conto che la loro guida, l’unica persona in grado di riportarli indietro nel luogo sicuro dove vivono, non c’è più. Affiorano paure, smarrimenti, incertezze. In un crescendo di angoscia, a tentoni nel buio della loro mente, scoprono che in mezzo a loro c’è un morto. Potrebbe essere proprio la loro guida, il loro unico gancio di sicurezza. La disperazione si impossessa del gruppo, fino a quando il rumore di passi sul selciato apre una speranza…o una nuova paura?

In un’epoca di forte leaderismo, una metafora della politica odierna. Una comunità incapace di vedere cerca disperatamente il proprio leader che indichi la strada. Morto quello, ne cerca un altro. Senza provare a camminare in autonomia di pensiero, ad essere indipendente. Si rifugia nelle certezze del mondo conosciuto, anche se buio, e teme l’incerto.

di Maurice Maeterlinck
traduzione ed elaborazione drammaturgica Ola Cavagna
saggio degli allievi del III anno
regia Mauro Avogadro
con gli allievi di III anno
Vincenzo Abbate, Gianfilippo Azzoni, Matteo Binetti, Caterina Corbi, Serena Costalunga, Giulia D’Aloia, Domenico De Meo, Raffaele De Vincenzi, Michele Lorenzo Eburnea, Adriano Exacoustos, Luigi Fedele, Francesca Florio, Luca Forlani, Leonardo Ghini, Diego Giangrasso, Dora Macripò, Sara Mafodda, Elisabetta Mancusi, Gaja Masciale, Iacopo Nestori, Alberto Penna, Marco Selvatico, Mersila Sokoli
allievi registi Danilo Capezzani, Caterina Dazzi, Federico Orsetti
scena e costumi Ivan Bicego Varengo
musiche originali Gioacchino Balistreri
luci Emanuele Lepore