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Qual è il costo per risultato migliore per una campagna sui Social?

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Una delle domande che sempre più spesso mi fanno i clienti è: qual è il costo per risultato migliore per singola conversione che ottengo da una campagna a pagamento su Facebook o Instagram?

Chiariamo subito cosa sia innanzitutto il costo per risultato o CPR in una campagna pubblicitaria su Facebook dipende da diversi fattori, e non esiste un limite assoluto che definisca se il CPR sia “buono” o meno, poiché varia in base agli obiettivi della campagna, il settore di riferimento, il pubblico target, e altri fattori specifici. Tuttavia, ci sono alcuni criteri generali che puoi considerare per valutare la bontà del CPR.

Parametri da considerare:

  1. Obiettivo della campagna: Il CPR dovrebbe essere misurato rispetto all’obiettivo specifico della tua campagna. Ad esempio, se l’obiettivo è ottenere conversioni (acquisti, iscrizioni, ecc.), un CPR basso significa che stai ottenendo il risultato desiderato a un costo inferiore.
  2. Benchmark di settore: Confrontare il tuo CPR con i benchmark del settore può aiutarti a capire se la tua campagna sta performando bene. I costi medi variano ampiamente tra settori (e-commerce, B2B, servizi locali, ecc.).
  3. Valore del cliente (LTV): Se il costo per acquisire un cliente è inferiore al valore medio del ciclo di vita del cliente (LTV), il CPR può essere considerato buono. Se il costo per risultato è inferiore o vicino al valore che il cliente porterà nel tempo, la campagna è sostenibile.
  4. ROAS (Return on Ad Spend): Un altro modo per misurare l’efficacia del CPR è il ritorno sull’investimento pubblicitario (ROAS). Un buon CPR contribuisce a un ROAS positivo, indicante che i ricavi generati sono superiori ai costi pubblicitari.

Limiti orientativi:

  • Conversione (Lead/Sales): Se il tuo obiettivo è la conversione, un CPR che ti consente di generare un ROAS di almeno 3:1 (ovvero, per ogni euro speso ne guadagni almeno 3) potrebbe essere considerato buono.
  • Brand Awareness/Engagement: In campagne orientate alla consapevolezza del marchio o all’engagement, i costi per risultato sono spesso più bassi rispetto a quelli per conversioni, ma la qualità del pubblico raggiunto diventa un fattore chiave.

Esempi pratici:

  • E-commerce: In un contesto e-commerce, un CPR accettabile per una conversione potrebbe oscillare tra 10€ e 50€, a seconda del valore medio dell’ordine.
  • Lead Generation: Per campagne di lead generation, il CPR accettabile può variare da 2€ a 15€, ma dipende molto dalla qualità del lead e dal settore specifico.

In sintesi, non esiste un “limite” fisso per determinare se un CPR è buono, ma piuttosto una serie di fattori da considerare. Un CPR è buono se ti permette di raggiungere i tuoi obiettivi di business in modo redditizio e sostenibile.

Michael Surace – Social Media Manager